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Nuovo traguardo tagliato nel settore fotovoltaico. La giapponese Sharp ha segnato un vero e proprio record mondiale realizzando una cella solare a tripla giunzione con una efficienza del 37,7%, valore inteso senza l’impiego di concentratori o dispositivi ottici. Il risultato, spiega la società, è stato possibile grazie all’iniziativa di Ricerca e Sviluppo promosso dalla nipponica Nuova Organizzazione per lo sviluppo per le tecnologie energetiche e industriali (NEDO) sul fronte dei dispositivi fotovoltaici ed è stato ufficialmente convalidato dal National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST).
La struttura di base di questa ultima cella a tripla giunzione utilizza una tecnologia Sharp che consente l’impilamento efficiente dei tre strati foto-assorbenti, con l’InGaAs (arseniuro di gallio indio) al livello inferiore. Per raggiungere questo ultimo aumento dell’efficienza di conversione Sharp ha aumentato l’area attiva attraverso un’elaborazione ottimale dei bordi delle celle. In questo stesso anno la società aveva già infranto un’altra barriera ottenendo in laboratorio una percentuale di conversione sempre per una cella a tripla giunzione del 43,5% attraverso l’utilizzo combinato dell’unità con un dispositivo in grado di concentrare 360 volte la luce solare in entrata.
In tempi di crisi, tanto i consumatori quanto gli enti locali continuano sulla strada del risparmio. A pesare tanto sui bilanci comunali è molto spesso la spesa la fornitura di energia elettrica. Ecco perché sono tante le iniziative che vedono una sempre maggiore applicazione del fotovoltaico negli edifici e gli impianti di illuminazione pubblici. In pochi, però, avrebbero immaginato l’invenzione di un albero fotovoltaico per il risparmio energetico in città.
L’idea arriva direttamente dalla Spagna, e in particolare da Madrid, dove è stato realizzato un prototipo di albero fotovoltaico multifunzionale. Il modello, denominato uTree cioè “urban tree”, è stato creato dalla IE Business School di Madrid. Il design è frutto dell’architetto spagnolo Xabier Perez de Arenaza, il quale ha pensato ad un prototipo in grado di integrarsi perfettamente nella città, diventando una sorta di componente dell’arredo urbano, ma riuscendo al tempo stesso ad assolvere alle diverse funzioni.
Se, ad esempio, una parte dell’albero fosse rivolta al sole per la produzione di energia rinnovabile, l’altra sarebbe orientata sul marciapiede per l’illuminazione pubblica. L’albero sarebbe però anche in grado di ospitare semafori, centraline meteo, centraline di rilevazione di inquinamento atmosferico e reti wireless.
Da un punto di vista tecnico, invece, l’energia elettrica ottenuta sarebbe il frutto delle 77 celle fotovoltaiche che compongono le foglie dell’albero solare. In totale, si tratterebbe di una potenza installata di quasi 14 kWh per ciascun albero che, se moltiplicata per il numero di alberi che potenzialmente potrebbero essere installati lungo i marciapiedi e le piazze, finirebbe di certo per costituire un ottimo investimento per le casse comunali.
Il prezzo dei moduli solari continuerà a scendere nei prossimi mesi. A sostenerlo sono gli analisti di IHS iSuppli, secondo i quali, nonostante l’impennata della domanda nel settore fotovoltaico da parte dei mercati emergenti prevista per i primi mesi del 2013, bisogna attendersi ancora una riduzione del valore commerciale dei pannelli.
Anzi. Secondo gli esperti, potrebbero essere proprio le pressioni degli operatori dei nuovi mercati a determinare, nei prossimi mesi, un ulteriore crollo dei prezzi, con una diminuzione del costo unitario per Watt che potrebbe attestarsi tra il 2 e il 5% nel solo gennaio 2013.
Oltre al ruolo dei Paesi emergenti, anche le ultime misure varate in Germania, il primo mercato fotovoltaico al mondo, potrebbero avere avuto un peso decisivo nella caduta dei prezzi dei moduli in silicio cristallino. Il taglio degli incentivi e la conseguente contrazione della domanda potrebbe infatti avere influito sul processo in atto ormai da molti mesi e sulla crisi che ne è derivata.
La domanda europea di moduli fotovoltaici è scesa in ottobre, principalmente a causa degli sviluppi del mercato elettrico solare della Germania.
Solo nello scorso mese di ottobre, in effetti, il prezzo medio per watt è sceso tra il 1,9 e il 3,5% a livello mondiale, con l’unica eccezione del Canada, dove si è invece registrato un aumento del 5,5%. Negli Stati Uniti il calo più importante, con il costo unitario che è sceso a 0,69 dollari/Watt da 0,71 di settembre.
Immaginate di camminare lungo un viale soleggiato in una radiosa giornata d’estate chiacchierando del più e del meno al cellulare, quando all’improvviso la batteria del telefonino si scarica. Ebbene, se indosserete una maglietta solare avrete la soluzione per la ricarica a portata di mano. Presto infatti la moda potrebbe convertirsi alle rinnovabili, grazie a pannelli fotovoltaici integrati nei tessuti dei vestiti. A ideare le celle solari flessibili è stato un team di ricercatori della Penn State University, coordinato dal professor John Badding, docente di chimica.
L’équipe ha vinto una sfida a dir poco ambiziosa: riuscire a integrare le fibre ottiche con i circuiti in silicio che compongono gran parte dei semiconduttori di dispositivi elettronici come le celle solari. Per riuscirci hanno ideato una fibra ottica infinitamente più sottile, spessa quanto un capello umano, dotata di componenti elettroniche integrate. In questo modo è stato bypassato il problema rappresentato dall’integrazione delle fibre ottiche con chip elettronici piatti.
Come ha illustrato il professor Badding:
Il nostro obiettivo è di potenziare le alte prestazioni elettroniche e la funzionalità delle celle solari conferendogli forme più flessibili e più lunghe. Abbiamo già realizzato fibre lunghe diversi metri, ma, in linea di principio, questo nuovo metodo potrebbe essere utilizzato per creare fibre solari pieghevoli in silicio di oltre 10 metri di lunghezza.
Le celle solari integrate nelle fibre amplierebbero il campo di applicazione del fotovoltaico, consentendo di tessere il silicio con altri materiali e ottenere stoffe in grado di produrre energia per ricaricare il cellulare e alimentare i dispositivi biomedici, impiegati per il monitoraggio delle funzioni vitali dell’organismo.
I ricercatori prevedono inoltre un notevole risparmio sui costi di produzione delle celle solari. Quelle attuali sono più costose, piatte e inflessibili mentre quelle a base di fibre saranno portatili, facili da indossare e pieghevoli. I pannelli fotovoltaici integrati nei vestiti e nelle divise saranno particolarmente utili ai militari impegnati in missioni in luoghi spesso privi di accesso alla rete elettrica, anche se la guerra è l’ultimo campo in cui vorremmo veder tornare utile il solare…
Fonte: Solardaily